Quelluomo ormai la seguiva da più di unora. Cosa diavolo
poteva volere, da lei? Sapeva di non essere bella, sua madre glielo ripeteva sempre.
Sgattaiolò dentro un portone, ma un odore fastidioso la fece quasi scappare via.
Odiava gli odori degli altri.
Anzi no, non tutti.
Si perse per un attimo in un violento ricordo olfattivo: un misto di latte caldo e di
amore, un sapore di mamma.
Ma i passi veloci la fecero voltare allindietro.
Si fermò, con unaria quasi di sfida. Era un uomo piccolo, ma non per questo meno
pericoloso, pensò.
Luomo si fermò a sua volta. Laria stessa sembrò fermarsi per un lungo
istante. Chi dei due si sarebbe mosso per primo? Lei era certamente più agile, e veloce,
ma sapeva quanto gli uomini potessero essere scaltri, alloccorrenza. E infidi.
Ebbe il tempo di guardare dentro di sé. Non aveva paura. Rabbia, forse, ma non paura.
Sostenne lo sguardo, e questa fu una mossa vincente, perché luomo voltò la testa.
Un attimo solo, ma tanto da consentirle di scappare via di nuovo.
Luomo iniziò a correre, e lei sentiva dietro di sé il suo pesante ansimare.
Poi accadde linaspettato: iniziò a piovere. Una pioggia subito violenta ed
abbondante, e lei odiava la pioggia.
Cercò un riparo, non doveva assolutamente bagnarsi, questa era una delle sue poche
certezze.
Continuò a correre, e si voltò allindietro: luomo le era più vicino, la
pioggia non sembrava in alcun modo preoccuparlo, e allora lei corse, e corse con tutta la
forza che le restava, ma finì in un vicolo cieco. Si voltò, ma ormai si sentiva in
trappola, e dietro di lei non cera più strada, né riparo, solo un muro, alto,
insuperabile, ed allora cominciò ad urlare, e a piangere, e a chiedere aiuto, ma nessuno
sembrava sentirla, e luomo le si avvicinava, ormai le era quasi addosso, si sentiva
sicuro, lui, così grande, enorme, con quelle mani che si avvicinavano, e
lafferravano, e la stringevano, e la sollevavano
Cercò di graffiarlo, ma lui la teneva stretta, impedendole quasi ogni movimento. E
allimprovviso lui si aprì la zip, e lei piombò nel buio.
Prima di crollare, sentì la sua voce. Una voce stranamente gentile,
infantile. E non parlava con lei, parlava con un altro uomo.
Un uomo femmina, capì dallodore. E la sua voce diceva: "Mamma, guarda che
amore di gattina, ti prego, posso portarla a casa? Ti prego ti prego ti prego
".
E al suono di quella voce si accoccolò nel suo giubbotto, e si lasciò portare via.
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