QUELL'UOMO LA SEGUIVA DA OLTRE UN'ORA...

©Vincenzo de Falco

Quell’uomo ormai la seguiva da più di un’ora. Cosa diavolo poteva volere, da lei? Sapeva di non essere bella, sua madre glielo ripeteva sempre.
Sgattaiolò dentro un portone, ma un odore fastidioso la fece quasi scappare via.
Odiava gli odori degli altri.
Anzi no, non tutti.
Si perse per un attimo in un violento ricordo olfattivo: un misto di latte caldo e di amore, un sapore di mamma.
Ma i passi veloci la fecero voltare all’indietro.
Si fermò, con un’aria quasi di sfida. Era un uomo piccolo, ma non per questo meno pericoloso, pensò.
L’uomo si fermò a sua volta. L’aria stessa sembrò fermarsi per un lungo istante. Chi dei due si sarebbe mosso per primo? Lei era certamente più agile, e veloce, ma sapeva quanto gli uomini potessero essere scaltri, all’occorrenza. E infidi.
Ebbe il tempo di guardare dentro di sé. Non aveva paura. Rabbia, forse, ma non paura. Sostenne lo sguardo, e questa fu una mossa vincente, perché l’uomo voltò la testa. Un attimo solo, ma tanto da consentirle di scappare via di nuovo.
L’uomo iniziò a correre, e lei sentiva dietro di sé il suo pesante ansimare.
Poi accadde l’inaspettato: iniziò a piovere. Una pioggia subito violenta ed abbondante, e lei odiava la pioggia.
Cercò un riparo, non doveva assolutamente bagnarsi, questa era una delle sue poche certezze.
Continuò a correre, e si voltò all’indietro: l’uomo le era più vicino, la pioggia non sembrava in alcun modo preoccuparlo, e allora lei corse, e corse con tutta la forza che le restava, ma finì in un vicolo cieco. Si voltò, ma ormai si sentiva in trappola, e dietro di lei non c’era più strada, né riparo, solo un muro, alto, insuperabile, ed allora cominciò ad urlare, e a piangere, e a chiedere aiuto, ma nessuno sembrava sentirla, e l’uomo le si avvicinava, ormai le era quasi addosso, si sentiva sicuro, lui, così grande, enorme, con quelle mani che si avvicinavano, e l’afferravano, e la stringevano, e la sollevavano…
Cercò di graffiarlo, ma lui la teneva stretta, impedendole quasi ogni movimento. E all’improvviso lui si aprì la zip, e lei piombò nel buio.

 

Prima di crollare, sentì la sua voce. Una voce stranamente gentile, infantile. E non parlava con lei, parlava con un altro uomo.
Un uomo femmina, capì dall’odore. E la sua voce diceva: "Mamma, guarda che amore di gattina, ti prego, posso portarla a casa? Ti prego ti prego ti prego…".
E al suono di quella voce si accoccolò nel suo giubbotto, e si lasciò portare via.


Torna al Sommario dei Racconti