PROLOGO

Si rialzò piangendo. Risistemò la gonna alla meno peggio. Rabbrividì nella camicetta, e si strinse nelle braccia.
Per fortuna era finito.
Il pensiero dei minuti appena trascorsi le si riaffacciò alla mente, ma cercò di allontanarlo. Desiderava solo salire in casa, e correre a rifugiarsi nella sua camera. Una doccia bollente e poi, a letto, avrebbe cercato di dimenticare. Fra pochi giorni sarebbe cominciata la sua nuova vita, la sua vera vita. Forse anche ciò che le era appena successo, pensò, non era stato altro che un passaggio necessario.
Si passò una mano fra i capelli: erano irrimediabilmente sporchi di terra, ma questo era certamente il meno. 
Qualcosa scricchiolò alle sue spalle. Possibile che fosse ancora lì? Possibile che fosse dietro di lei, nel buio, a spiarla?
Un altro rumore, stavolta più distinto. 
Aspettò. 
Finché non fu troppo tardi, finché l’ombra uscì completamente da dietro la grande quercia e fu illuminata dalla luna.
Nel momento in cui vide i suoi occhi, Anna capì che quanto le era già successo era niente, in confronto a quello che le sarebbe capitato ora.
 

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